Nel profondo
lo stupore d’ un giorno di primavera
nel giardino della pace e dell’ amore
giulivo m’ aggrappo alla vita
realizzando il tempo già passato.
Trafilo desideri, sogni,
da una catena colma della mia storia
seminando eclettiche briciole
di frammenti singolari d’ un attimo eccelso
tra essenzialità e trascendentalità.
Incamminandomi per un sentiero
non propriamente detto mio
persisto riempiendomi di domande
tasche povere d’ altro valore
lungo vicoli di baratterie
vagando nell’ ignoto oblio del perduto.
M’ hai preso per mano dicendomi
d’ ascoltare un mondo che prosegue
anche se il nostro respiro lontano non si sente,
segretamente non ho scordato il suono d’ inverno del mare.
~mia.